L’origine del vitigno Montepulciano è documentata e riconosciuta nella valle Peligna o conca Peligna ai piedi del massiccio montano della Maiella dove per secoli il vitigno è rimasto isolato per poi diffondersi nel resto del territorio e nell’Italia centro-meridionale.
Sul piano storico è una varietà ricca di fascino, tanto che Ovidio, poeta romano nativo di Sulmona descrive le sue pene d’amore rievocando il vincolo che lega l’olmo alla vite nelle sue ”Metamorfosi”; ed è cosi che rivendica la ricchezza viticola della sua regione e della sua uva principale, appunto il Montepulciano. Nella Roma Imperiale viene citato più volte come “vino pretoniano” e considerato un autentico Grand Cru, in grado di originare uve ricche in zuccheri e dall’aroma spiccatamente resinoso, con la capacità di potersi mantenere nel tempo e migliorarsi con profumi ancora più schietti e speziati. In epoca moderna viene definito come “vino assai buono e ricercato che ha quel raro gusto di terra e dall’aroma di ciliegia e lampone”. Certamente un vitigno che nel periodo post-fillossera (verso 1920-1950) assiste ad un proprio rilancio in virtù di una promettente produttività e di una convincente qualità, per la struttura e per il corredo olfattivo.
Da evidenziare l’aspetto curioso e paradossale che per lungo tempo l’ha visto confondersi con il più ubiquitario Sangiovese a causa di indicazioni rinascimentali che descrivono il suo utilizzo nella città toscana, nota appunto con il nome di Montepulciano. Questa confusione tra il nome del vitigno e quello della città toscana ha causato un ritardo della conoscenza e un limite nella diffusione del vitigno, e solo negli ultimi anni ha avuto una forte sviluppo commerciale.
Si tratta di un vitigno con grappolo grande e compatto e con acini dalla buccia spessa e pruinosa le cui attitudini colturali si manifestano con una maturazione tardiva, necessaria al fine di esprimere tutto il potenziale aromatico.
Ben si adatta a varie condizioni ambientali, ma predilige zone siccitose e terreni molto compatti, dove esprime intensi aromi fruttati, note balsamiche e di dolce speziatura. Al contrario, nelle zone caratterizzate da clima umido e terreni più sciolti il profilo aromatico prende note marcatamente vegetali, animali e metalliche, che non sono sempre apprezzate.
Osando dico “mora e cioccolato”, il binomio perfetto per riconoscerlo, ma anche tanto altro per fortuna!
Le varianti che influenzano il complesso odoroso sono da ricercare in diversi fattori: i sistemi di allevamento applicati, la scelta dei cloni, l’utilizzo del legno, la filosofia produttiva, la durata delle macerazioni e altro ancora, che insieme danno origine a vini diversi.
SISTEMA DI ALLEVAMENTO. Il sistema a tendone e la pergola “tradizionale abruzzese” di certo proteggono le uve dall’irraggiamento solare diretto, ma al contempo attenuano risultano la varietà e la forza dei profumi del vino prodotto.
CLONI. I cloni migliori, meno produttivi e dal grappolo medio, conferiscono maggior ampiezza aromatica con note fruttate di amarena, di torrefazione che evocano caffè tostato e cioccolato, di cortecce come china e rabarbaro, con particolare contribuzione a ulteriori caratteri evolutivi.
MATURAZIONE e AFFINAMENTO. Il Montepulciano è un vitigno che rappresenta un approdo sicuro per le declinazioni enologiche con cui viene attivato, attraverso la capacità di generare un prodotto di qualità con qualsiasi tipologia di contenitori preposti alla maturazione, elevazione, affinamento.
- La versione in acciaio dà bevibilità immediata e un timbro odoroso che richiama le piccole bacche di frutti rossi;
- il passaggio in cemento fa emergere note di foglie secche/fieno/terroso;
- le versioni affinate in barrique sono concentrare ed esaltano il vino con aromi dolcemente speziati di cannella e noce moscata;
- le botti grandi esaltano invece il carattere varietale dell’uva con ciliegia e prugna, liquirizia, pepe verde, eucalipto.
VINIFICAZIONE. Lo stato attuale registra una viticoltura in espansione e una precisa scelta largamente intrapresa per ciò che riguarda le modalità con cui il vitigno viene utilizzato: fermentazioni spontanee, lieviti indigeni, assenza di chiarifica, mancata o blanda filtrazione, basso contenuto di solfiti. Esattamente ciò che si conviene per decretare la profondità del vitigno e la riconoscibilità dello stesso con il territorio di appartenenza, profumi autentici che riprendono il carattere varietale ma a cui si attribuiscono ulteriori elementi espressivi: dallo speziato curry e ginepro, al vegetale olive e funghi freschi, all’animale cuoio e pellame, al minerale grafite e salmastro, e poi mandorla, ferroso, erbe officinali.
Come esperienza personale ritengo il vitigno Montepulciano tra i più grandi vitigni italiani.
Una varietà che detiene tutto quello di cui necessita per produrre un vino buono, ottimo o eccellente, una versatilità importante come declinazione in rosso ma soprattutto notevole predisposizione per le versioni in rosato, il famoso Cerasuolo con timbro aromatico classico, versione in bianco meno tipica, versione spumante con note di piccoli frutti e resina di pino, versione passita poco prodotta ma in grado di originare un vino sospeso tra una vibrante balsamicità e l’opulenza fruttata.
IL TERRITORIO. Il tema della tipicità varietale interessa l’area del centro-Italia che si affaccia sul mar adriatico e che si identifica con le zone interne e litoranee di Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, e in misura minore con la Romagna, l’Umbria e il Lazio.
Con il promontorio del Conero che regala vini di assoluta finezza e potenza con le relative denominazioni, microclima perfetto e mediterraneo con terreni calcareo-argillosi che evocano vini densamente scolpiti dalla frutta rossa, dalla liquirizia, dal ginepro ! Più a sud in regione con la DOC Rosso Piceno in un areale fortemente vocato, un’espressione del Montepulciano più delicata ed elegante!
L’Abruzzo è la terra di elezione. Il vitigno con la DOC interessa tutto il territorio regionale:
- L’emblema si riconosce con Colline Teramane DOCG, i vigneti interessano una zona più limitata compresa tra il Gran Sasso e i monti della Laga a nord e il litorale adriatico a sud da cui gode delle brezze marine, e i cui terreni sono ricchi di depositi ferrosi. I vini sono stupendi, aromi su aromi, poche le differenze peculiari, molte le differenze personali, bouquet aristocratico ! Controguerra DOC è l’altra denominazione della provincia di Teramo a cui si attribuisce un forte valore fruttato!
- Verso sud la provincia di Pescara suddivisa in due sottozone, esprime un Montepulciano di classe; terreni calcarei e sabbiosi con clima fresco e ventilato nelle colline interne; il bouquet del Montepulciano appare preciso e speziato dal pepe!
- L’Aquila con clima di vigneti di montagna dai terreni calcarei rappresenta il profilo “più sottile e lontano” del vitigno in cui le sfumature odorose di timo e menta, viola, giacinto e resina di pino dettano il passo !
- La provincia di Chieti a sud è la più importante per capacità produttiva, con clima più caldo e temperato e terreni più argillosi da cui emergono le cuvée più nette per tenore fruttato e ricchezza balsamica !
Il Molise con le proprie denominazioni è il prolungamento geografico e sensoriale dell’Abruzzo con vini molto complessi e raffinati, capaci di evolvere!
La Puglia si distingue per un profilo generoso e marcato del bouquet varietale da terreni compatti e clima secco, in cui la massima espressione si determina nella zona settentrionale fino al capoluogo, con vini dal bouquet di tostato dolce, fiori rossi e frutta a polpa rossa !
Il Montepulciano magnifica l’eccellenza enoica e affonda le radici nel territorio che rende unici e identitari i vini che produce, degni di essere annoverati tra i migliori del mondo per capacità espressiva e ampiezza della curva olfattiva.
Luisito Perazzo