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Il Vermentino e i suoi aromi.

Il Vermentino e i suoi aromi.

Il vitigno di cui ci occupiamo oggi è il Vermentino Bianco.

Esistono documentazioni duplici e contrapposte riguardanti l’origine del Vermentino Bianco. Secondo alcuni documenti arriverebbe dalla Penisola Iberica da cui avrebbe raggiunto la Corsica e poi l’Italia, oppure l’ipotesi più accreditata lo “identifica” a Marsiglia, introdotto dai viticoltori e navigatori greci e dalla località francese, da dove avrebbe seguito un percorso orientale attraverso la costa per giungere fino in Liguria. Già a metà del 1800 viene descritta la sua presenza nell’alto Tirreno con indizi promettenti e di sicuro interesse sulle qualità di vino.

Ricordiamo solo per curiosità l’esistenza della cultivar Vermentino Nero diffusa nelle province settentrionali della Toscana che confinano con la Liguria, ma che non ha nessuna parentela genetica con il più conosciuto e diffuso Vermentino bianco.

La varietà detiene attitudini colturali di buona vigoria e produttività, ben si adatta a un clima temperato e asciutto e a terreni diversi, da cui origina vini con profili aromatici trasversali e con differenti tendenze legate all’evoluzione.

Interessanti anche i sinonimi con cui viene riconosciuto nelle diverse aree: Favorita in Piemonte, Rolle in Provenza, Malvoisie in Corsica; pur trattandosi dello stesso vitigno ritroviamo dei vini corrispondenti con canoni diversi, giustificando la notevole versatilità del vitigno in virtù degli areali di coltivazione. Una sorta di delizia per agronomi ed enologi!

Per ciò che riguarda il profilo odoroso viene generalmente considerato un vitigno ad aroma neutro, ma è pur vero che l’uva contiene precursori aromatici caratteristici, espressi con elementi floreali che ricordano i fiori bianchi e i fiori di campo, soprattutto il Gelsomino, e altre vocazioni determinate dall’ambiente e dalla vinificazione. Tant’è che durante le degustazioni abitualmente “mi riporto” a un tema sensoriale attraverso il quale poter inquadrare questa abile varietà ispirandomi al Sauvignon blanc, ossia provocatoriamente ritengo il Vermentino il cugino della varietà bianche più marcate sul piano dei profumi.

È caratterizzato dal timbro di frutta fresca a pasta gialla come la mela Golden e il melone, a cui si aggiungono note di agrumi come il lime e il pompelmo (se subisce l’iperossidazione prefermentativa) o ancora profumi balsamici e speziati (se subisce la criomacerazione a freddo con grappolo intero), o ancora profumi di iodio (se subisce una iper-riduzione prefermentativa) o di idrocarburo, dovuto alle versioni che subiscono più “scottature” (uve coltivate in zone particolarmente assolate) del vitigno o maggiormente affinate del vino. Queste sono le testimonianze olfattive del Vermentino Bianco; in sostanza un’uva semi aromatica.

C’è di più: un vitigno ed un vino che si smarca e si differenzia con note tipicamente “marine” dovute principalmente alla fascia geografica in cui è più coltivato, che si identifica appunto con le zone costiere di Sardegna, Liguria e Toscana, e in misura minore Lazio, Puglia e Sicilia. Note che evocano il mare e la salsedine, e che quindi mi permettono di vincolare il riconoscimento solo per alcuni vini prodotti in prossimità.

È doveroso e stimolante tracciare dei profili di tipicità aromatica che riguardano i territori regionali in cui si esprime, tenendo presente sia il carattere mediterraneo del vino come denominatore comune e sia la variabilità enologica e “personalistica”.

Certamente la Sardegna rappresenta l’apice considerando la doppia denominazione Vermentino di Sardegna DOC e Vermentino di Gallura DOCG. Proprio in quest’ultima area i terreni sono di matrice granitica e superficie sabbiosa, battuta dal vento salato e dal clima secco; i vini sono raffinati e armonici. L’espressione evoca note di erbe aromatiche come salvia e rosmarino, al classico schema fiorale partecipano i fiori di acacia e la macchia mediterranea, il fruttato di albicocca matura e di mandorla fresca; con la maturazione si rilancia il fruttato esotico con frutto della passione e banana, miele e kerosene.

La versione ligure si distingue per un profilo più verticale dai terreni calcarei nel Ponente, e da un profilo più rotondo dai terreni argillosi nel Levante. E quindi mimosa, muschio, timo, buccia di limone, pera williams, mela renetta, lavanda, foglia di pomodoro, nespola; e poi ancora, magnolia, zagara, fiore d’arancio, albicocca, cedro, mandarino, papaya, pietra focaia.

La maremma toscana con le sue denominazioni incarna bevibilità e fragranza. Il Vermentino appare fine e sottile, con note di glicine, fiori di sambuco e melissa, mela annurca e pera kaiser, pesca nettarina e bergamotto.

Al di fuori dell’Italia, il Vermentino è ampiamente coltivato in Francia (in Corsica e Provenza), negli Stati Uniti (in California e in Oregon), in Australia e in Nuova Zelanda. In alcune di queste regione esprime vini di grande eleganza.

La considerazione finale riguarda l’estremo interesse commerciale del vino, che nel recente passato è stato quasi esclusivamente legato al flusso turistico estivo; l’attualità registra un cambiamento in tal senso che è riuscito a includere anche delle finiture più ricche e promettenti con elevazioni in legno o in cemento tali da ampliare il quadro identitario del vitigno e di contribuire al suo successo.

Luisito Perazzo