Il Grenache è tra le varietà più piantate al mondo che si estende in varie forme in tutta la Spagna e la Francia del Sud.
Deve la sua diffusione iniziale nel Mediterraneo occidentale ed è ormai accertato che ebbe la sua origine come Garnacha, nella provincia settentrionale di Aragona in Spagna per poi invadere Rioja e Navarra, prima ancora di colonizzare l’area pirenaica specialmente nel Roussillon francese, già soggetto alla Spagna fino al diciassettesimo secolo; e poi verso est nel Languedoc e nel Rodano meridionale.
Grazie alla robustezza del legno è adatto alla tradizionale viticoltura ad alberello in vigne calde, asciutte e ventose. Germoglia precocemente e nelle zone con lungo ciclo vegetativo può raggiungere alti livelli zuccherini.
Il vino che origina in genere è più chiaro di altri rossi con tendenza all’ossidazione rapida, una certa rusticità e un tocco di “dolcezza aromatica”. Piccoli frutti rossi in particolare fragola e lampone e fiori rossi come rosa e viola, erbe di campo, sono le tipicità aromatiche del vitigno a cui si associa un timbro speziato che rimanda a note di pepe bianco e mentolo.
Le basse rese spagnole tendono a concentrare i pigmenti, così come le severe potature e i terreni più poveri francesi consentono piena maturità del frutto con vini densi e corposi, e il bouquet ne risente inevitabilmente: mora, mirtillo, ciliegia matura, fico, macchia mediterranea, cioccolato, caffè, tabacco dolce, sottobosco.
Garnacha in Spagna
La sua forma più comune a bacca scura, è la Garnacha Tinta, con acino nero e polpa bianca, circa centomila ettari all’inizio del terzo millennio largamente coltivati a nord e a est del Paese.
In Rioja produce vini pieni e fascinosi in combinazione con il più austero Tempranillo a cui sono dedicate le vigne più alte e fredde, mentre la Garnacha è più comune nella calda regione della Rioja Baja con maturazione lunghe e assolate. Il vino è tipicamente espresso con note di mora e prugna in confettura, balsamico e noce moscata.
La Navarra è disposta al confine nord-orientale della Rioja con la quale condivide parte della tipologia dei terreni ma uno stile differente dei vini; ha puntato sulla declinazione del vino rosso leggero e moderato e sui Rosados che, in funzione delle cinque sottozone micro-climatiche esprime vini con tratti aromatici che ricordano fiori rossi, fragola, erbe aromatiche, spezie.
Somontano in Aragona rappresenta circa duemila ettari complessivi dove la Garnacha è la varietà tradizionale più diffusa, offre un clima mite e piovoso con terreni sabbiosi e ghiaiosi e i vini sono eleganti, freschi e aromatici; una serie di menzioni geografiche che manifestano vini con note di frutti di bosco, di silice, di cioccolato.
Sempre in Aragona, Campo de Borja da vecchie viti di Garnacha sul terreno marnoso e ferroso produce vini rossi e rosati pieni e fruttati dal tocco di mora e tabacco, mentre Calatayud ha un vigneto a mosaico in cui la varietà su di un terreno roccioso si distingue con vini freschi e fruttati.
Vinos de Madrid è una denominazione in grande risalita che ha eletto proprio la Garnacha come vitigno simbolo della viticoltura regionale; diverse sono le sub-zone, in particolare a San Martin de Valdeiglesias i vini raccontano un profilo più denso e speziato con tocchi di pepe verde, mentre a Navalcarnero risultano più leggeri e fruttati.
La Mancha verso sud-est è un altopiano desertico che detiene un primato per la coltivazione di uva da vino, e in virtù di vendemmie anticipate la Garnacha riserva dei vini più freschi e aromatici.
Il vino spagnolo più caratteristico ottenuto da Garnacha Tinta è il Priorato, un concentrato vino di culto catalano da suolo vulcanico in cui le vecchie viti unitamente ad un terreno di ardesia marrone con elementi di quarzite, la Llicorella, regalano un profilo odoroso ricco e seducente: mirtillo, cedro e lampone, grafite e vaniglia, liquirizia e cioccolato, foglie di tè ed eucalipto.
Ampurdan-Costa Brava è la denominazione vicino al suolo francese il cui rosso da Garnacha ha colore cerasuolo e un aroma fresco di susina.
Tarragona è la più ampia denominazione della Catalogna, l’espressione del vino tinto dal profumo potente e fruttato.
La Garnacha Blanca è presente nei vini bianchi floreali di Catalogna, Rioja e Navarra.
Grenache in Francia
Il censimento francese di inizio millennio prevedeva circa novantamila ettari piantati con il Grenache Noir, particolarmente nel Midi e, pur trattandosi di varietà assai diffusa era meno frequente intercettarla con il proprio nome giacché veniva prevalentemente mescolata con uve più ricche di colore e di tannini.
Nel ventoso Rodano del Sud si trova l’ampia superficie del vitigno dove si produce il classico Côtes du Rhône dagli aromi di frutti di bosco.
Châteauneuf-du-Pape è la denominazione più rappresentativa dell’area con il tipico galet, un suolo ciottoloso di pietra arroventata che assorbe il calore talvolta frammista ad argilla e ghiaia, e con le rese aristocratiche è in grado di regalare delle versioni concentrate e spiccatamente odorose: pepe, mora, confettura di lampone, scorza d’arancia, rosa appassita, cacao.
Gigondas, verso nord-est del distretto, produce un vino robusto e potente da vigneti molto assolati che traduce un bouquet di prugna e anice stellato.
Vacquerays, appena più a sud, appare più alternativo ma non manca di espressività che può essere delicatamente speziato di pepe nero.
Il Tavel è l’esclusivo vino rosato del comprensorio già famoso e apprezzato nei trascorsi, ancora effluvi fiorali, piccoli frutti e pepe in grani designano il quadro aromatico.
Lirac segue da vicino la fama del precedente seppur con vini rossi morbidi e fruttati meno incisivi e complessi.
Nel Languedoc rinominato il “Nuovo Mondo” francese, si assiste ad un tratto comune dei vini originati dall’uva Grenache Noir che traduce sentori erbacei e minerali; Faugères e St.Chinian sono due appellation che riproducono due prototipi diversi in funzione della presenza di scisto o calcare, più austero e tostato o più fresco e floreale.
A ovest nel Roussillon, Corbières e Minervois sono due denominazioni contigue e ancora diverse in virtù di un microclima e di una pedologia che riflettono rispettivamente un bouquet più speziato di pepe, vaniglia, ginepro e più fruttato e mentolato.
Fitou è tra le più antiche denominazioni, una fascia di terreno argilloso-calcareo compresa tra il mare e le propaggini montagnose, produce un vino meno elegante ed espressivo.
Nell’anfiteatro vitato del Roussillon si eleva il vitigno nelle versioni di vini da mutage.
Banyuls è il più fine Vin Doux Naturel francese, da vigneti terrazzati di vecchie viti di Grenache coltivate ad alberello al confine meridionale con la Spagna; il suolo scuro e l’invecchiamento rancío rimandano a note di cioccolato, fichi e prugna secca, caffè, caramello, erbe officinali, pomodoro candito, smalto, tabacco.
Maury nell’entroterra settentrionale del Roussillon può essere molto simile al più famoso conterraneo, il bouquet tipico traduce aromi tostati, di nocciola e uva passa.
Rivesaltes è prodotto in una vasta area con Grenache Noir, Gris e Blanc, con un profilo odoroso tipico per le versioni in rosso che rimandano a note di ciliegia e cioccolato.
Il parallelo francofono del Grenache Blanc è piuttosto rilevante in Francia meridionale, tanto che nel Roussillon origina vini grassi e morbidi.
È una componente di rilievo anche nel vino Rivesaltes Blanc con note di arancia candita, pesca sciroppata, uva passa e acetone.
La tradizione vinicola si perpetua in Provenza con eccellenti vini rosè e alcuni rossi in cui il vitigno contribuisce con profumi di fragolina di bosco, ribes nero e muschio, in particolare nella denominazione Côtes de Provence.
Coteaux d’Aix-en- Provence nella parte più occidentale è un vino ricco e profondo con aromi di cassis, ciliegie e vaniglia;
Les Beaux de Provence è una ex sub-zona che ha acquisito uno status autonomo e si distingue per un pedoclima in cui si è consolidata una viticoltura di tipo biologico con vini ricchi a base di spezie, ciliegie e susina.
Il Grenache Rosè e il Grenache Gris sono tipici dei bianchi e rosati della Francia meridionale.
Grenache in Italia
In Italia il Grenache è chiamato Cannonau, vitigno che in Sardegna rivendicano come autoctono, ipotizzando che la varietà sia emigrata dall’isola quando si trovava sotto il regno aragonese verso la penisola iberica.
Coltivato in tutto il territorio con una presenza di circa ottomila ettari è un’uva camaleontica di alta qualità che produce vini secchi o dolci.
Rappresenta in primis la Doc Cannonau di Sardegna che interessa l’intero territorio regionale a cui si aggiungono le sottozone di Oliena, Capo Ferrato e Jerzu.
Nel passato il vino era considerato pesante e alcolico, da apprezzarsi solo con piatti impegnativi; oggi invece, anche con un profilo fresco e fruttato oppure elevato in rovere.
I temi aromatici dominanti descrivono note di frutta rossa matura come prugna e ciliegia, fico secco, viola e cannella.
Ancora in Italia con il nome di Tocai Rosso o Tai sono recensiti circa seicento ettari negli anni novanta nell’area dei Colli Berici nel Vicentino; dal calice si eleva un profumo di fiori rossi.
Con il nome di Gamay del Trasimeno è presente in Umbria nei dintorni del lago omonimo dove offre una nota tipica di ribes, così come nelle Marche che, con l’appellativo di Bordò si differenzia per un vino ricco e speziato, dai cenni di prugna e cioccolato.
L’importanza del vitigno crebbe in Italia durante la dominazione Sabauda affermandosi con il nome di Guarnaccia o Granaccia nel territorio dell’attuale Liguria. Qui il vino evoca tratti di marasca e timo.
E poi verso la Toscana con il nome di Alicante dove si esprime con decisa tinta cromatica e dai profumi netti di mora, mirtillo, ciliegia e menta.
Verso sud è stato introdotto alla fine dell’Ottocento in Sicilia e in Calabria dove è riconosciuto con il nome di Alicante Femminello.
Grenache nel Nuovo Mondo
La resistenza alla siccità di questa vite l’ha resa popolare nel Nuovo Mondo; la California con Central Valley, Central Coast e Mendocino registra maggior attitudine grazie alla tendenza alimentata dai “Rhône Rangers”, con vini che risultano alternativi tra note aromatiche tipiche e forti speziature.
Il Grenache è stata la prima varietà australiana di uva rossa fini agli anni Sessanta seppur coltivata in modo generoso con vini blandi, oggi in Barossa Valley è ribaltato il concetto in stile Rodano con vini molto fruttati e speziati.
Un vitigno nato dall’ispirazione aragonese in grado di trattenere numerosi stili di enologia e di intercettare luoghi disparati e sinonimi di vigna.
Il prototipo della varietà da sempre è stato in grado di mescolarsi e rilanciarsi con altre uve, eppure di sapersi celebrare tra i vini con distinte caratteristiche sul piano globale.
Luisito Perazzo