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Aroma di biancospino

Aroma di biancospino

Il biancospino, conosciuto anche come Crataegus, è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae, come ciliegio, lampone, gelso, pero, melo, prugno, mandorlo. Originaria delle regioni temperate dell'emisfero settentrionale, è diffusa in Europa, Asia e Nord America. Da sempre utilizzato in erboristeria e in profumeria per le sue proprietà benefiche e per il delicato aroma.

È una pianta officinale, commestibile, i cui frutti sono vitaminici e astringenti e si possono trasformare in confettura. Le proprietà sono diverse: rilassante per il cuore, ne regola il ritmo, si usa in caso di tachicardia, palpitazioni, ipertensione, stati d’ansia. I fiori si raccolgono all’inizio della fioritura quando si vedono i boccioli ancora chiusi, per usarli essiccati con le prime foglie in infuso. I preparati erboristici, estratti, tinture sono ottimi. Della pianta tutto è prezioso, fiori, frutti, foglie.

 

L’aroma di Biancospino e il vino

Il fiore di biancospino è caratterizzato da un aroma delicato, con note leggermente dolci e fresche. L'odore può essere descritto come una miscela sottile di miele, fiori bianchi, una leggera nota erbacea, mandorla amara e anice stellato.

Il suo aroma aggiunge un tocco di raffinatezza e complessità ai vini bianchi e rosati, arricchendo il loro bouquet con note fresche e primaverili. La nota erbacea e la freschezza contribuiscono a bilanciare la struttura del vino e ad aumentarne la bevibilità.

È particolarmente comune nei vini ottenuti da vitigni come il Moscato, il Gewürztraminer, la Malvasia e il Viognier. Si evidenzia anche in numerosi Chardonnay della Borgogna tra cui il supremo Montrachet ed in molti Champagne. Lo si ritrova anche a Chablis, soprattutto nel Vaudésir. I migliori Chardonnay australiani e californiani emanano anch'essi il profumo di biancospino.

La presenza di questo aroma dipende da molteplici fattori, tra cui il terroir, il metodo di vinificazione e la maturazione del vino. Le vigne situate in zone collinari o montane, con un clima fresco e una buona ventilazione, spesso favoriscono lo sviluppo di queste note floreali.

Durante la vinificazione, i produttori possono utilizzare tecniche specifiche per preservare e accentuare l'aroma di biancospino nel vino. Questo può includere una vendemmia precoce per catturare le note aromatiche più delicate dei fiori di biancospino, o una fermentazione a basse temperature per preservare la freschezza e la fragranza.

I vini bianchi con note di biancospino si sposano bene con molti piatti leggeri e aromatici, come insalate, pesce e frutti di mare, risotti primaverili e formaggi freschi. La loro freschezza e vivacità li rende anche perfetti da gustare come aperitivo all’aperto.

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In molte culture europee, la pianta di biancospino era considerata sacra e associata a divinità pagane legate alla fertilità e alla primavera, al mondo delle fate e delle creature magiche.

Una leggenda celtica narra che la Regina delle Fate ogni anno, durante la notte di luna piena del solstizio d'estate, faceva visita ad un biancospino nella radura incantata per celebrare la sua bellezza e la sua fragranza. Si dice che intrecciasse i fiori di biancospino nei suoi capelli argentati e ne usasse il profumo per incantare la notte. Coloro che osavano avvicinarsi al biancospino durante quella notte magica venivano avvolti da un senso di meraviglia e talvolta venivano rapiti per ballare con le fate tra gli alberi.

Da qui, in molte tradizioni popolari, il biancospino è stato considerato un simbolo di protezione contro le energie negative e le influenze malevole. Si diceva che appendere rami di biancospino sopra le porte o le finestre proteggesse la casa e i suoi abitanti dalla sfortuna.

l biancospino, con la sua bellezza delicata e il suo fascino evocativo, ha ispirato poeti, scrittori e artisti di ogni epoca. La sua presenza è spesso associata a simbolismi profondi e significati metaforici che hanno arricchito le opere letterarie attraverso i secoli.

 

Nell'opera teatrale "Sogno di una Notte di Mezza Estate", di William Shakespeare, il biancospino è menzionato nel contesto della magia e dell'incantesimo. Oberon, il re delle fate, ordina a Puck di raccogliere le bacche di biancospino, che hanno il potere di rendere innamorato chi le tocca con gli occhi. Questo elemento magico aggiunge un tocco di mistero e incanto alla commedia e illustra la capacità del biancospino di evocare il desiderio e l'innamoramento.

La poetessa americana Emily Dickinson ha dedicato diverse poesie al biancospino, utilizzandolo come simbolo di purezza, fragilità e bellezza effimera. Nei suoi versi, il biancospino diventa un motivo ricorrente che rappresenta la brevità della vita, la delicatezza dell'esistenza e la transitorietà della bellezza.

Nel romanzo "La Lettera Scarlatta" di Nathaniel Hawthorne, il biancospino appare come un simbolo ambiguo di peccato e innocenza. La protagonista, Hester Prynne, indossa un'aureola di biancospino come marchio di vergogna per il suo adulterio, ma al tempo stesso il fiore rappresenta anche la sua purezza interiore e la sua forza morale nel fronteggiare le difficoltà della società puritana.

Il poeta romantico inglese William Wordsworth in "Lines Written in Early Spring" celebra la bellezza della natura nei suoi versi, e il biancospino è spesso menzionato come parte integrante di questo elogio alla vita e alla rinascita. Nelle sue poesie, il biancospino simboleggia la rinascita della primavera, la speranza e la rinascita spirituale.

Il dipinto "Fiori di biancospino in un vaso di cristallo" (1887) di Vincent Van Gogh mostra un bouquet di fiori di biancospino in un semplice vaso di cristallo. Van Gogh cattura la luminosità e la delicatezza dei fiori con pennellate audaci e vibranti, creando un'opera che esprime la gioia e la vitalità della primavera.

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