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Estate, sentori agrumati e ... vino!

Estate, sentori agrumati e ... vino!

"Estate 2019: caldo cocente di un’aria elettrica preludio di un esemplare temporale estivo.

Terrazzo di una zona periferica di Roma, uno di quei colossi a sette piani con la cima assaltata da antenne, parabole e fili per stendere i panni: odore di bucato lasciato a un sole nascosto.

Da piccola aspettavo con ansia che arrivasse quella pioggia densa di profumo di asfalto caldo e terra arsa e questa attesa, al rallentatore, è come una ninna nanna ovattata che rende morbido il distacco dai ricordi.

Piove, finalmente.

E noi tre ci ritroviamo in un lavatoio grigio ancora carico del chiacchiericcio delle massaie, del ritmo dei panni battuti e dell’acqua gelata.

Io riesco ad immaginare quei racconti fatti di sughi lasciati a “pippiare” sui fornelli, di litigi coi figli, di notti calde misurate in respiri che fanno fatica a contenersi.

Sorrido.

E senza neanche accorgermi, con quel gesto che ormai è parte di me inizio a roteare il calice che con un fare, altrettanto automatico, porto al naso.

E non c’è più il profumo echeggiante di bucato, di mamme, di nonne; non c’è più l’odore felpato della muffa.

Netto, nitido, fragoroso: il vino con le sue note agrumate di spicco.

Agrumato chiave universale del tutto e del niente: oggi e, in realtà da sempre, è tanto di moda parlare di sfumature, di nuance agrumate tra i descrittori olfattivi di un vino.

Mi riferisco forse Rossese di Dolceacqua con la sua tipica nota di arancia sanguinella?

O a un Côte d’Or e la sua arancia confit?

Buccia d’arancia, croce e delizia di molti Nebbiolo, dai proverbiali Barolo e Barbaresco fino agli eroici e giovani Sassella?

Con un’arancia si può salire fino alla bocca dell’Etna!

Oppure quelli che sento sono limone e cedro, magari di un fresco Sauvignon Friulano?

Un brioso bergamotto di un Franciacorta o lime di un Sauvignon Blanc del nuovo mondo?

Zagare che saturavano la scena del ballo del Gattopardo impregnano ugualmente un Moscato fior d’Arancio o sono appena percettibili?

Lavoro di fantasia e riesco a trovare anche una traccia infinitesimale di clementine: impronta olfattiva di nessun vino ma marchio di fabbrica solo di mia mamma.

Profumi che si fanno preludio di un sapore, di una sensazione, di un mondo ma che, oggi e per sempre, mi ricorderanno loro due: i miei fedelissimi compagni di risate e di segreti, di brindisi e di abbracci morbidi in cui scivolare senza difesa alcuna."

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