Ogni anno, a cavallo tra ottobre e novembre, i primi vini della vendemmia iniziano ad affacciarsi sul mercato. Tra questi, il vino novello occupa una posizione particolare: non è solo il primo ad arrivare, ma è anche frutto di una tecnica specifica che lo rende un’esperienza olfattiva unica.
Ma cosa rende davvero “novello” un vino? Come si riconosce? E quali sono le analogie e le differenze con altri “primi vini” del mondo?
Il vino novello italiano non è semplicemente un vino giovane: è un vino ottenuto almeno in parte con una tecnica di vinificazione chiamata macerazione carbonica.
Questa tecnica, sviluppata e sistematizzata in Francia negli anni ‘30, consiste nell’introdurre grappoli interi non pigiati in una vasca satura di anidride carbonica (CO₂). In questo ambiente privo di ossigeno, gli enzimi presenti negli acini innescano una fermentazione intracellulare, che modifica la struttura chimica dell’uva senza l’intervento dei lieviti.
Dopo circa 7-10 giorni, l’uva viene pressata e il mosto viene fatto fermentare normalmente. Il risultato è un vino estremamente fruttato e floreale, con aromi primari molto evidenti, morbido e leggero nei tannini e pronto per essere consumato nel giro di poche settimane.
Per legge, in Italia un vino può essere definito "Novello" solo se:
- è stato prodotto con almeno il 30% di uve vinificate con macerazione carbonica
- è stato imbottigliato entro il 31 dicembre dello stesso anno della vendemmia
- viene messo in commercio non prima del 30 ottobre
L’equivalente più famoso del vino novello italiano è senza dubbio il Beaujolais Nouveau, prodotto nella regione francese del Beaujolais, a nord di Lione. Il disciplinare francese è molto più stringente: solo il vitigno Gamay è ammesso; la macerazione carbonica è obbligatoria (o semi-carbonica, con fermentazione spontanea di parte delle uve); la data ufficiale di rilascio è fissata ogni anno al terzo giovedì di novembre; il vino deve essere imbottigliato nella zona d’origine; deve riportare in etichetta la dicitura "Beaujolais Nouveau" o "Beaujolais-Villages Nouveau".
Il Beaujolais Nouveau è diventato un fenomeno globale, esportato in oltre 100 paesi e celebrato con eventi e serate di degustazione. L’Italia ha una tradizione più discreta, ma radicata soprattutto in Veneto, Toscana, Trentino e Abruzzo.
Altri esempi di "vini novelli" o "primeur" si trovano anche fuori da Francia e Italia, benché meno formalizzati:
- Spagna: Vinos Jóvenes – spesso vinificati con metodi tradizionali, ma imbottigliati entro pochi mesi dalla vendemmia
- Austria: Junker (soprattutto in Stiria), giovani vini bianchi o rossi frizzanti imbottigliati entro l'autunno
- Germania: Federweisser, una bevanda fermentata parzialmente dolce, venduta non filtrata e consumata entro poche settimane
- Stati Uniti: alcuni produttori vinificano cuvée "nouveau style" per mercati locali, spesso ispirandosi al Beaujolais
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Il profilo aromatico del vino novello è un piccolo universo olfattivo che merita di essere esplorato con attenzione. La macerazione carbonica produce molecole aromatiche peculiari, tra cui:
- Acetato di isoamile → aroma di banana matura
- Etile cinnamato → sentori di fragola e frutti rossi dolci
- Feniletil acetato → note floreali (rosa, violetta)
Al naso, il vino novello si presenta esplosivo, immediato e riconoscibile: predominano i frutti rossi freschi, i fiori, a volte note fermentative o di lievito. Il corpo è snello, con tannini bassi, e una piacevole vivacità in bocca.
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L’aromaticità diretta e accessibile del vino novello lo rende uno strumento didattico eccellente per chi desidera allenare il proprio senso dell’olfatto. I set Aromi Vino Rosso e Vino Rosso 2 includono molti dei riferimenti presenti in questi vini: Fragola, Lampone, Banana, Ciliegia, Note floreali e fermentative.
Allenarsi con i campioni, poi confrontare gli stessi aromi nel bicchiere, è un modo efficace per costruire la propria memoria olfattiva e raffinare la percezione sensoriale.
Il vino novello è una celebrazione del presente, un vino che non aspetta. Non pretende complessità né struttura, ma dona franchezza e vivacità.
Nel bicchiere porta con sé il ricordo dell’estate appena conclusa e l’inizio dell’autunno. Per l’appassionato, è anche un’occasione per ritrovare l’olfatto e rinnovare la propria attenzione sensoriale.